Talidomide, arrivano gli indennizzi

08 novembre 2016

Presentata questa mattina la campagna di informazione promossa dall'Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori

Era nato come farmaco antinausea, e come blando sonnifero oppure antinfluenzale, alla fine degli anni '50, ma il Talidomide aveva poi provocato un autentico disastro, "inducendo" la nascita di migliaia di neonati focomelici in tutto il mondo.

Lo psicofarmaco sedativo, infatti, inventato da Heinrich Mukter, che già lavorava nei lager nazisti, e prodotto con il nome di Contergan dalla tedesca Chemie Gruenenthal di Solberg, fu consumato anche da decine di migliaia di donne in stato di gravidanza che partorirono poi bambini con le braccia e le gambe malformate e con un tasso di mortalità elevatissimo: pari al 40%.

Se gli Stati Uniti lo rifiutarono, in Europa la commercializzazione del Contergan causò tra gli 8.000 e i 10.000 malformati di cui la maggior parte, 6.000 nella Germania ovest, 400 in Gran Bretagna e circa 200 in Italia.

Un'aspra campagna condotta da medici, avvocati e giornalisti portò al suo ritiro dal commercio. Ora, mezzo secolo dopo, l'Italia risarcisce i bambini di allora.

«Tutti i cittadini affetti da focomelia - ha spiegato stamane l'avvocato Andrea Azzone, referente nazionale dell'Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori, nel corso di una conferenza stampa organizzata dall'assessore comunale Cosmo Damiano Stufano - nati tra il gennaio 1959 e il dicembre 1965 e che hanno subito danni permanenti alla propria salute hanno diritto ad ottenere un indennizzo».

Ma chi sono i danneggiati dal Talidomide? «Sono persone con varie disabilità soprattutto agli arti - ci risponde - causate dall'assunzione durante la gravidanza delle madri del principio attivo definito Talidomide, venduto in Italia dal 1959 al 1962. Adeso, dopo mezzo secolo, queste persone saranno indennizzate con 4.200 euro al mese».

Per coloro che invece hanno già ottenuto tale indennizzo «è possibile far valere ulteriori diritti economici - ha terminato Andrea Azzone - come ad esempio gli interessi legali e, soprattutto, il danno biologico».

Ma nella sede di piazza Umberto I non s'è discusso soltanto del riconoscimento degli indennizzi per gli affetti dalla sindrome di talidomide, ma anche per chi ha subito danni a seguito di una cattiva trasfusione o vaccinazione.

«Tutti i cittadini che hanno subìto danni permanenti da trasfusione o vaccinazione - hanno proseguito i legali Francesco Saracino e Barbara Guastamacchia - possono ottenere l'indennizzo previsto dalla legge 210 del 1992 e possono far valere ulteriori diritti economici».

«È possibile procedere al recupero dei predetti crediti ricorrendo alla magistratura competente per tale materia, ma trattandosi di documentazioni legali, - hanno concluso - è necessario che gli interessati si rivolgano personalmente agli uffici dell'associazione U.N.S.I.C., in piazza Umberto I, n. 11, per la consegna dei dati e delle evidenze che certificano i danni subiti».

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